martedì 20 marzo 2012

Brownies al cioccolato fondente e noci...





 

"La cosa più importante è sempre quella che sto facendo. Allora non debbo avere fretta. Intendo dire che non debbo avere l'atteggiamento psicologico della fretta, della fuga in avanti, dell'incomprensione e dell'insopportazione del presente. Posso anche talvolta dovermi materialmente affrettare, ma il mio desiderio dev'essere piuttosto quello dell'indugiare per cogliere tutti i frutti esistenziali del mio lavoro di oggi. Ecco: io sto imparando questo: a non pensare al dopo, all'altro lavoro che mi aspetta, ma a consegnarmi totalmente a quanto sto facendo, come se fosse l'unica cosa da farsi. Nei limiti del possibile cerco di evitare non solo l'affrettarsi psicologico, ma anche la corsa materiale. Piuttosto cancello qualcosa, elimino impegni, accetto concretamente il limite. Posso giungere persino, qualche volta, a ridurre il tempo della preghiera formale, se deve essere a prezzo di una corsa sull'epidermide delle cose; e in questo caso non è un restringere l'area contemplativa: è, al contrario, ampliarla dandole spazio e respiro "fuori di chiesa", nella vita. 
Teresa d'Avila consigliava la lentezza; e non cè dubbio che la fretta è una nemica della contemplazione. I nostri miti produttivistici sono agli antipodi di un consiglio del genere. Noi siamo tanto bravi "nel fare"; ma questa efficienza e questa corsa ci stanno portando a una nevrosi collettiva . Dobbiamo allora accettare di fare meno cose per vivere più vita: "più" in senso qualitativo, nel senso di quella "qualità della vita" di cui tanto si parla. Io accetto questo "meno" che è un "più" e non voglio rimpiangere il non fatto, ma accontentarmi del vissuto che è già tanto denso, profondo e spesso. Perchè è vero che abbiamo tanto da fare, ma è vero che dobbiamo, prima di tutto, vivere. Dare la precedenza alla vita. Non importa quello che faccio: importa come vivo: importa, attraverso il lavoro che mi trovo al momento tra le mani, vivere la vita, in tutta la sua densità. Allora si toccano quei momenti di pienezza, in cui pensare "al dopo", al lavoro non fatto, a quello che resta da fare, non ha senso. Si avverte di avere fatto tutto perchè si tocca una dimensione di assoluto. E' il senso felice dell'arrivo che non si oppone al senso del cammino perchè ogni arrivo è una  tappa di un'ulteriore progressione, ma anche ogni tappa è un arrivo nel già raggiunto infinito. Allora il protendersi non è più insofferenza -fuga da- ma speranza: corsa verso. E l'indugiare non è un perditempo, una pigrizia, una pantofola calda: è il riposare nel nido di Dio."

Adriana Zarri



INGREDIENTI:

230 g cioccolato fondente a pezzetti
120 g gocce di cioccolato fondente
80 g burro
150 g zucchero
2 uova
30 g farina
50 g noci


Sciogliere il cioccolato fondente con il burro a bagno maria; togliere dal fuoco e unire lo zucchero mescolando finchè non si sarà sciolto; unire la farina, le uova e le noci. Per ultime, quando l'impasto sarà tiepido, le gocce di cioccolato. Versare in una teglia alta almeno 3 cm e ricoperta di carta da forno ammorbidita con dell'acqua(sarà più semplice modellarla alla teglia);cuocere in forno per circa 20 minuti a 170°. Lasciare che i brownies si raffreddino prima di tagliarli a quadrotti.