lunedì 26 marzo 2012

Budino di riso al latte di mandorle con biscotti di... riso e mandorle:-)








 




















(Romeo e Giulietta, Atto IV – Scena II , Entrano il Capuleti, Madonna Capuleti, la Nutrice e due Servi)
Capuleti : "Inviterai tutte le persone che sono scritte qui. (Il Servo esce)
Tu, giovanotto, vammi a fissare venti abili cuochi.

Secondo servo : Non ne avrete neppur uno che sia un cattivo cuoco, signore, poiché io li metterò alla prova, per vedere se sanno leccarsi le dita.
Capuleti : E come puoi provare se son bravi, facendo così?
Secondo servo : Sfido, signore: è un cattivo cuoco quello che non sa leccarsi le dita e allora chi non se le sa leccare, non viene con me."


(W.Shakespeare)










lllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllll
ppppp
INGREDIENTI budino (x 4 persone):
1/2 litro di latte di mandorle
50 gr  farina di riso
50 gr riso
70 gr zucchero
scorza di 1 limone grattuggiata
cannella in polvere

Portare a bollore il latte di mandorla con lo zucchero e la scorza del limone; aggiungere il riso e la farina di riso stemperata con un pò di latte di mandorle. Continuare a cuocere a fuoco lento per 20 minuti mescolando; versare il composto nelle coppette e lasciar raffreddare. Spolverare con la cannella.

INGREDIENTI biscotti:
350 gr farina di riso
170 gr zucchero
100 gr di mandorle pelate tritate
1 uovo
1/2 bicchiere olio di semi

Mescolare tutti gli ingredienti e impastare. Tirare l'impasto con l'aiuto di un mattarello e ritagliare dei biscotti alti circa mezzo cm; disporre su una teglia rivestita da carta da forno e cuocere in forno per circa 15 minuti a 170°.



martedì 20 marzo 2012

Brownies al cioccolato fondente e noci...





 

"La cosa più importante è sempre quella che sto facendo. Allora non debbo avere fretta. Intendo dire che non debbo avere l'atteggiamento psicologico della fretta, della fuga in avanti, dell'incomprensione e dell'insopportazione del presente. Posso anche talvolta dovermi materialmente affrettare, ma il mio desiderio dev'essere piuttosto quello dell'indugiare per cogliere tutti i frutti esistenziali del mio lavoro di oggi. Ecco: io sto imparando questo: a non pensare al dopo, all'altro lavoro che mi aspetta, ma a consegnarmi totalmente a quanto sto facendo, come se fosse l'unica cosa da farsi. Nei limiti del possibile cerco di evitare non solo l'affrettarsi psicologico, ma anche la corsa materiale. Piuttosto cancello qualcosa, elimino impegni, accetto concretamente il limite. Posso giungere persino, qualche volta, a ridurre il tempo della preghiera formale, se deve essere a prezzo di una corsa sull'epidermide delle cose; e in questo caso non è un restringere l'area contemplativa: è, al contrario, ampliarla dandole spazio e respiro "fuori di chiesa", nella vita. 
Teresa d'Avila consigliava la lentezza; e non cè dubbio che la fretta è una nemica della contemplazione. I nostri miti produttivistici sono agli antipodi di un consiglio del genere. Noi siamo tanto bravi "nel fare"; ma questa efficienza e questa corsa ci stanno portando a una nevrosi collettiva . Dobbiamo allora accettare di fare meno cose per vivere più vita: "più" in senso qualitativo, nel senso di quella "qualità della vita" di cui tanto si parla. Io accetto questo "meno" che è un "più" e non voglio rimpiangere il non fatto, ma accontentarmi del vissuto che è già tanto denso, profondo e spesso. Perchè è vero che abbiamo tanto da fare, ma è vero che dobbiamo, prima di tutto, vivere. Dare la precedenza alla vita. Non importa quello che faccio: importa come vivo: importa, attraverso il lavoro che mi trovo al momento tra le mani, vivere la vita, in tutta la sua densità. Allora si toccano quei momenti di pienezza, in cui pensare "al dopo", al lavoro non fatto, a quello che resta da fare, non ha senso. Si avverte di avere fatto tutto perchè si tocca una dimensione di assoluto. E' il senso felice dell'arrivo che non si oppone al senso del cammino perchè ogni arrivo è una  tappa di un'ulteriore progressione, ma anche ogni tappa è un arrivo nel già raggiunto infinito. Allora il protendersi non è più insofferenza -fuga da- ma speranza: corsa verso. E l'indugiare non è un perditempo, una pigrizia, una pantofola calda: è il riposare nel nido di Dio."

Adriana Zarri



INGREDIENTI:

230 g cioccolato fondente a pezzetti
120 g gocce di cioccolato fondente
80 g burro
150 g zucchero
2 uova
30 g farina
50 g noci


Sciogliere il cioccolato fondente con il burro a bagno maria; togliere dal fuoco e unire lo zucchero mescolando finchè non si sarà sciolto; unire la farina, le uova e le noci. Per ultime, quando l'impasto sarà tiepido, le gocce di cioccolato. Versare in una teglia alta almeno 3 cm e ricoperta di carta da forno ammorbidita con dell'acqua(sarà più semplice modellarla alla teglia);cuocere in forno per circa 20 minuti a 170°. Lasciare che i brownies si raffreddino prima di tagliarli a quadrotti.





sabato 17 marzo 2012

Sformatini di spinaci con crema di piselli e pinoli tostati (Spinach flan with peas cream and roasted pine nut)




                                             Happy St. Patrick's day!



INGREDIENTI:
400 gr spinaci (io surgelati)
400 gr piselli (io surgelati)
3 uova
3 cucchiai di parmigiano reggiano grattuggiato
40 gr di pinoli tostati
400 ml latte
40 gr burro
1 cucchiaio farina
sale 
pepe
noce moscata
brodo vegetale q.b.

Cuocere gli spinaci in acqua bollente salata; nel frattempo preparare la besciamella tostando il burro con la farina, e aggiungendo poco per volta il latte; mescolare sul fuoco finchè non si rapprende diventando cremosa. Aggiustare di sale, pepe e noce moscata. Scolare gli spinaci, strizzarli bene e ridurli in poltiglia con un coltello o con un robot da cucina e unire le uova, il parmigiano e la besciamella. Versare il composto in piccoli stampi imburrati e infornare per circa 30 minuti a 180°. Intanto cuocere i piselli in acqua bollente salata e, una volta cotti, frullarli con poco brodo vegetale; deve risultare una crema densa. Sfornare gli spinaci e guarnire con la crema di piselli e i pinoli tostati.
































INGREDIENTS:

400 gr frozen spinach
400 gr frozen peas
3 eggs
3 tablespoon of parmesan cheese
40 gr roasted pine nuts
400 ml milk
40 gr butter
1 tablespoon of flour
salt
pepper
nutmeg
vegetable broat

Cook spinach in salted boiling water. Prepare bechamel sauce by toast flour with butter in a sauce pan; then add milk, stirring costantly and, when it has thickened, season with salt, nutmeg and pepper. Mix chopped spinach(well squezeed)with bechamel sauce, eggs and parmesan cheese. Butter some little cake mould and fill with spinach; bake in the oven (180°)for about 30 minutes. Meanwhile, cook peas in salted boiling water, drain it and whip with very little vegetable brout. Remove spinach flan from cake moulds and serve with peas cream and roasted pine nuts.

sabato 10 marzo 2012

Pomodorini, olive, capperi e pinoli. Con la pasta.








”Se so che arriverai alle quattro, alle tre comincerò ad essere felice..”
                                                                                                   (Saint-Exupery)

INGREDIENTI x 4 persone:

380 gr caserecce (o penne rigate o fusilli)
500 gr pomodori datterini o pachino
60 gr olive taggiasche sott'olio
40 gr pinoli
1 cucchiaio capperi di Pantelleria sotto sale
2 pomodori secchi 
2 filetti di acciughe sott'olio
2 spicchi d'aglio
olio extra vergine di oliva
sale
peperoncino

Mentre cuoce la pasta (io non ho salato l'acqua per equilibrare la sapidità del condimento) scaldare l'olio con aglio, acciughe, olive e capperi; quando l'aglio sarò dorato toglierlo, tuffare i pomodorini freschi  tagliati a metà e quelli secchi a listarelle sottili; aggiustare di sale e peperoncino e cuocere a fuoco vivace per circa 10 minuti. Scolare la pasta al dente e saltarla nel sugo con un cucchiaio di acqua di cottura. Aggiungere un filo d'olio crudo e servire dopo aver cosparso di pinoli tostati. 
IMPORTANTE: calcolare le dosi per il BIS:-;




martedì 6 marzo 2012

Irish Soda Bread (pane irlandese)


"Domani imparerò a fare il pane. Immaginami con le maniche arrotolate, mentre mescolo con grazia farina, latte, bicarbonato, ecc. Se ancora non sai preparare il bastone della vita, ti consiglio di impararlo al più presto."
                                                                                                          E.Dickinson, lettera ad A.Roth, settembre 1845


































L'Irish Soda Bread è il tipico pane irlandese; il suo colore è dovuto alla farina integrale, la morbidezza interna al latticello, la lievitazione perfetta alla reazione chimica del bicarbonato a contatto con l'acido del latticello. La crosticina fragrante, infine, ad una cottura eccellente:-) 
E'squisito con riccioli di burro e salmone affumicato, con un velo di miele o di marmellata, leggermente tostato accompagna egregiamente zuppe di legumi o di verdure. Ma il sapore è così particolare che è delizioso anche da solo. 





























In Irlanda è un prodotto D.O.P., c'è un'associazione per la sua tutela, e guai(!) a chiamare Irish Soda Bread qualcosa che non abbia "solo ed esclusivamente" i seguenti

INGREDIENTI:                                             
450 gr di farina integrale di frumento
150 gr di farina bianca normale
1 cucchiaino colmo di bicarbonato di sodio
1 cucchiaino raso di sale
450 ml latticello (oppure, ma non ditelo, yogurt magro)

In un recipiente piuttosto grande mescolare le farine, il bicarbonato e il sale; aggiungere il latticello e lavorare rapidamente l'impasto con le mani; risulterà appiccicoso. Versare subito l'impasto in uno stampo da plum-cake, oppure, dandogli la forma di una pagnotta, su una teglia da forno. Con un coltello incidere una croce sulla superficie e cuocere nel forno già caldo (180°) per 35/40 minuti.



venerdì 2 marzo 2012

e tornano a scrutare il mare..



                              
“ L’oceano è di quell’azzurro trasparente che assume talvolta.
Al largo ci sono persone che nuotano; alcune barche a vela scivolano sospinte da una lieve brezza verso le isole verde brillante che vediamo dalla nostra casa. 
I gabbiani lanciano il loro richiamo.
Tutti e cinque i gatti sono sdraiati nell’erba e guardano Ilan che si lancia nelle onde insieme ai suoi amici. 
Sono distesi uno accanto all’altro senza toccarsi, ma ogni tanto uno rotola sulla schiena, allunga gli arti e con delicatezza si avvicina a un altro. 
Anche io sono seduto qui, e prendo appunti sul mio taccuino. Di tanto in tanto, uno dei gatti si alza e muove pigramente qualche passo per raggiungermi e ricevere una carezza e un abbraccio affettuoso. 
Gli altri ci osservano, socchiudono gli occhi in benevolo segno di amicizia e tornano a scrutare il mare. Non c’è nessuna gelosia. 
E’questo il modo in cui gatti ed esseri umani hanno sempre voluto vivere, avendo tutto ciò che si desidera: pace, sole e amore? ”



(J.M.Masson, La vita emotiva dei gatti)